QUADERNI IN OTTAVO
Alla ricerca del senso e di sé
«I Quaderni in ottavo sono, potremmo dire, un Franz Kafka intimo, fraterno, accessibile, da tenere presso di sé per gustarne la profondità di intuizione, ma anche l’ironia, l’approccio disincantato all’esistenza e, pure, un bisogno sempre rinnovato di vita. Auguriamo al lettore la riscoperta di un protagonista della letteratura che non fu solo un originale narratore (come lo si è spesso considerato), ma uno dei maggiori filosofi del XX secolo.
In qualche modo, l’incompiutezza delle sue opere (motivo per cui ne avrebbe voluto la distruzione) è anche la conferma che la risoluzione del racconto non ne era lo scopo: esse reggono nel loro “non finito” proprio perché dicono la nostra esistenza, di tutti: non finita e in cerca di senso».
(Dall’Invito alla lettura)
AUTORE: FRANZ KAFKA
FORMATO: 12,50 X 18,50
PAGG.: 160
PREZZO: € 12,00
ISBN: 979-12-81620-07-0
L'AUTORE:
Frank Kafka. Nato il 3 luglio 1883 a Praga, muore il 3 giugno 1924 a Kierling, presso Vienna. Figlio di un ricco mercante ebreo, lavora come impiegato presso una compagnia di assicurazioni, fino al 1922, quando la tubercolosi lo costringerà ad abbandonare la professione. Il suo patrimonio letterario, che egli stesso aveva destinato nel suo testamento alla distruzione, fu pubblicato postumo dall’amico Max Brod. Tra le sue opere più note citiamo: La metamorfosi, Il processo, Il castello, la Lettera al padre e la raccolta di racconti Un medico di campagna.
A questo libro hanno lavorato anche:
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Ludovica Inserra (impaginazione e supervisione redazionale)
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Chiara Marino (correzione bozza)
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Lino Orlandelli (supervisione tecnica per la produzione)
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Per INKgraphics e INKdigital: Pietro Petronella, Arianna Festinese e Dario Motta (copertine, video e scelte grafiche)
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È stato stampato da ROTOMAIL Spa – Vignate (MI)
INVITO ALLA LETTURA:
«Possiedo cinque fucili giocattolo. Sono appesi nel mio armadio, uno su ciascun gancio. Il primo appartiene a me, gli altri può prenderli chi vuole. Se si presentano più di quattro persone, coloro che sono in sovrannumero dovranno portare i propri fucili e depositarli nel mio armadio. Perché ci deve essere coerenza, senza di che non si va da nessuna parte. A proposito, i miei fucili sono del tutto inservibili per qualsiasi uso: il meccanismo è guasto, il tappo è strappato, soltanto i cani scattano ancora. Non sarà quindi difficile procurarsi altri fucili di questo genere. Ma, per i primi tempi, mi va bene anche chi non abbia armi. Noi che le abbiamo, al momento cruciale faremo barriera attorno agli indifesi. È un metodo di combattimento che si è dimostrato efficace negli scontri tra i primi coloni americani contro i pellirosse: perché non dovrebbe funzionare anche qui, visto che le condizioni sono simili?».