1985: nei sobborghi di Gary (Indiana), Paula Cooper, una ragazzina nera di soli 15 anni, insieme a tre amiche, massacra con più di trenta coltellate Ruth Pelke, catechista bianca di 78 anni. Rea confessa, Paula viene condannata alla sedia elettrica, divenendo la più giovane detenuta rinchiusa nel braccio della morte. L’unico a portare nella sua vita un briciolo di speranza è Bill Pelke, nipote della donna assassinata, che si fa promotore, contro ogni logica, di una campagna per salvarle la vita. Bill si chiede se la zia, fervente cristiana, sarebbe stata in grado di vivere in coerenza ciò in cui aveva sempre detto di credere: avrebbe saputo perdonare? Fino a che punto?

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La storia di Paula, anche grazie a Bill, ha superato i confini degli Stati Uniti, raggiungendo tutto il mondo e accendendo un dibattito a tutt’oggi non certo sopito: cosa intendiamo per giustizia? Cosa è il perdono? Un atto di disperazione o di profondo coraggio? In questi ultimi mesi, anche in Italia una serie di delitti, spesso efferati e immotivati, sta interpellando nuovamente le coscienze collettiva e individuale: come Paula, gente comune, giovani, vicini di casa diventano assassini e mostri. La loro storia è davvero tanto distante da quella di Paula… e dalla nostra?

 

Alex Mar consegna un true crime che racchiude grande giornalismo d’indagine e abilità narrativa, appassionando il lettore fin dalla prima pagina e trascinandoci in una vicenda alla fine della quale non potremo più dire di essere gli stessi.