
COMMENTO AL VANGELO
a cura di Manfredi Lanza
Il Commento al Vangelo nasce da meditazioni tenute dall’autore in incontri parigini, in rue Saint-Paul, dove si radunavano i primi ascoltatori di Lanza, dal 1946 al 1948. Si rimane colpiti dall’accuratezza di questa meditazione sulla vita e sull’insegnamento di Cristo. Pagine dense, che lasciano intuire le conseguenze della guerra e l’inizio di una grande missione. Sull’esempio dei Padri della Chiesa, a cui spesso si ispira, l’oratore cerca di cogliere il senso profondo delle Scritture. Si pone in ascolto del testo in modo piuttosto libero, ma profondamente fedele. Segue il filo del suo pensiero, ma con totale rispetto della Parola ispirata. Di fatto, Lanza del Vasto non si affida qui a un’esegesi scientifica o tecnica. Il suo scopo non è spiegare il Vangelo, ma accoglierne la Buona Novella per viverla più pienamente e comunicarla. La medita a voce alta, ne respira il profumo. Non vuole solo istruire le nostre intelligenze, ma far risuonare in esse la Parola che commenta. Pioniere del suo tempo, Lanza ha ancora molto da dire a un tempo, come il nostro, che sembra ripiombare in un clima a chiaroscuri, quale quello in cui egli stesso si trovò a vivere.
L'AUTORE:
LANZA DEL VASTO
FORMATO: 14,00 X 21,00
PAGG.: 624
PREZZO: € 28,00
ISBN: 979-12-81620-58-2

L'AUTORE:
Lanza Del Vasto
(1901-1981) scrittore, filosofo, artista, pellegrino, uomo d’azione, è conosciuto come l’apostolo e il testimone della nonviolenza in Europa nel XX secolo. È il fondatore delle comunità e del movimento dell’Arca, che prosegue ancora oggi la sua missione di pace e spiritualità.
A questo libro hanno lavorato anche:
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Ludovica Inserra (impaginazione e supervisione redazionale)
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Sofia Sercia (correzione bozza)
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Lino Orlandelli (supervisione tecnica per la produzione)
Per INKgraphics e INKdigital: Pietro Petronella, Arianna Festinese e Dario Motta (copertine, video e scelte grafiche)
È stato stampato da ROTOMAIL Spa – Vignate (MI)
INVITO ALLA LETTURA:
«Se ho qualcosa da dire, amici miei, è che il Vangelo è un libro che conosco troppo poco. Non che non mi sia sforzato di capirlo e seguirlo, che non l’abbia trasportato nelle tasche o nella bisaccia nei miei viaggi, non che non lo sfogli e non l’interroghi ogni giorno, ma avverto che continuamente il suo senso mi sfugge. Spesso mi accade ancora, durante una conversazione o nel leggere, di bloccarmi dinanzi a una frase stupefacente che mi sembra non avere mai udita, e si tratta di un brano di Matteo, Marco, Luca o Giovanni. Riprendendo in mano il libro, ve la riconosco e mi accorgo di averla letta venti volte, ma eccola nuova di zecca e rimango a bocca aperta.
In queste condizioni, può parere vano impegnarsi nel commento. Come potrei spiegarvi quanto confesso di comprendere io stesso assai male? Senonché la mia intenzione non è di attribuire a tale o tal altra frase un senso preciso, ancora meno di affermare che è il suo vero e unico senso, ma piuttosto di rinnovare lo stupore.»
Lanza del Vasto