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LIBERI?

Storie di celibato volontario

Molti autori hanno affrontato con competenza e profondità il tema del celibato nelle diverse prospettive possibili: la teologia morale e spirituale, la psicologia, l’antropologia, la disciplina ecclesiastica. È un campo molto esplorato. La prospettiva scelta in questo volume, che raccoglie decenni di esperienza, è quella di raccontare le storie di persone celibi senza formulare alcun principio universale, ma soltanto alcune considerazioni molto attinenti ai casi considerati. Il contenuto delle singole storie è frutto di confidenze. Come scrive l’autore stesso nell’Introduzione: «La scelta del celibato dovrebbe rendere le persone più libere di dedicarsi integralmente al regno di Dio, impegnando tutte le energie nella grande varietà di servizi che le strutture religiose propongono. Nella realtà, la mancanza di un vincolo affettivo forte, l’immaturità di certi rapporti, l’evidente situazione protettiva di diverse comunità, espongono il religioso al pericolo di alimentare atteggiamenti non di servizio, ma di ripiegamento su se stesso, come un eccesso di narcisismo, di indolenza, di egocentrismo: se il suo impegno di celibato ha reso libero il religioso, ora è libero per chi? Per che cosa? A cosa gli serve la sua libertà?».

AUTORE: MARIO DANIELI
FORMATO: 14,00 X 21,00
PAGG.: 208
PREZZO: € 16,00
ISBN: 979-12-81620-14-8

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L'AUTORE:

Mario Danieli sj, È sacerdote gesuita. Accompagna da anni seminaristi, religiosi e religiose, nel lavoro del discernimento su di sé e nei tempi di crisi, in modo particolare attraverso gli Esercizi spirituali

A questo libro hanno lavorato anche:

  • Ludovica Inserra (impaginazione e supervisione redazionale)

  • Chiara Marino (correzione bozza)

  • Lino Orlandelli (supervisione tecnica per la produzione)

  • Per INKgraphics e INKdigital: Pietro Petronella, Arianna Festinese e Dario Motta (copertine, video e scelte grafiche)

  • È stato stampato da ROTOMAIL Spa – Vignate (MI)

INVITO ALLA LETTURA:

Chi ha scelto il celibato con una decisione consapevole e motivata, sia da un punto di vista di fede che in una prospettiva psicologica, sa che questo stile di vita non rappresenta una perdita, ma un modo perfino gioioso di stare con gli altri e di dare senso alla propria vita. Sa che il celibato è un modo di amare. È fuori di dubbio che il celibato rappresenta in questo senso una ricchezza per la Chiesa in particolare e per l’umanità in generale. 
Accanto a queste persone vivono altre, per diverse ragioni meno motivate e meno consapevoli. Sono religiosi e religiose la cui sofferenza – degna di ogni rispetto – arriva a essere intensa. Di alcuni ho raccolto, e talvolta solo intuito, le difficoltà e il disagio. In mezzo a trepidazioni e disorientamenti, appare spesso la preoccupazione che l’essere celibi comporti in qualche modo essere meno uomini o meno donne. Un sacrificio realmente difficile da giustificare.

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