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DIO FRA LE RIGHE

La ricerca dell’infinito da Cormac McCarthy

a Eric-Emmanuel Schmitt

In questo libro, che si presenta come una sorta di piccolo “canone occidentale”, Fazzini guida il lettore in una vera e propria incursione nella contemporaneità, tesa a individuare come la domanda religiosa sia presente in tanta letteratura insospettabile. In scrittori come Cormac McCarthy, Colum McCann, Chaim Potok, Wendell Berry,

Eric-Emmanuel Schmitt e molti altri, il lettore ritrova riflessioni sagaci sulla fede e la grazia, l’incarnazione e l’amore, la resurrezione e il perdono.
La questione spirituale è tutt’altro che lontana dal mondo della letteratura contemporanea che, anzi, affronta la ricerca di Dio e dell’infinito con uno sguardo sorprendente, intriso di poesia e di sapienza: le tematiche religiose, spesso in modo implicito, sono sempre capaci di provocare anche i più grandi autori di best seller.

AUTORE: LORENZO FAZZINI
FORMATO: 12,5 X 18,5
PAGG.: 124
PREZZO: € 12,00
ISBN: 979-12-81620-01-8

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L’AUTORE:

Lorenzo Fazzini. Nato nel 1978, è giornalista, editore e scrittore. È responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana. Ha scritto numerosi libri, alcuni tradotti anche all’estero, tra i quali Odierai il prossimo tuo (Piemme, 2019), dialogo con il cardinale Matteo Maria Zuppi. Penna apprezzata de “L’Osservatore Romano” e di “Avvenire”, ha vinto diversi premi giornalistici ed è consulente del Salone Internazionale del Libro di Torino.

A questo libro hanno lavorato anche:

  • Chiara Marino (impaginazione)

  • Sofia Sercia (correzione bozza)

  • Ludovica Inserra (supervisione redazionale)

  • Lino Orlandelli (supervisione tecnica per la produzione)

  • Per INKgraphics e INKdigital: Pietro Petronella, Arianna Festinese e Dario Motta (copertine, video e scelte grafiche)

  • È stato stampato da ROTOMAIL Spa – Vignate (MI)

INVITO ALLA LETTURA:

«Il mondo dentro cui stiamo vivendo è violento quanto il vecchio, non meno ingiusto, spietato e vile, se possibile più volgare. Cercare (o evocare) Dio tra le righe non è dunque, per questi autori, un rifugio o una consolazione, e nemmeno una spiegazione, ma un tentativo di farci sentire (nel selvaggio e vuoto contesto in cui spesso ci troviamo, e che degrada l’uomo fino a negarlo) la persistenza dell’umano, riflesso vivo di qualcos’altro.
Si alza vento di tempesta, bisogna sforzarsi di vivere.
Lo ami dunque quell’uomo? Sei pronto ad ascoltare il suo racconto?»

(Dalla Postfazione di Nicola Lagioia)

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