IL PORTICO DELLA GLORIA
A piedi fino alla fine del mondo
«Ho scritto il diario sul Camino per tutto il tempo in cui sono rimasto solo. Da Puente la Reina in avanti ho preso appunti. Tornato a casa, nel settembre ’92, ho cominciato il lavoro di redazione. È stato semplice e difficile allo stesso tempo. Difficile perché la fedeltà della memoria esige, se non serenità d’animo, almeno equilibrio interiore mentre stai scrivendo (nei ritagli di tempo, dopo il lavoro).
Semplice perché è stato come ritornare sul Camino. La stesura originale, nella sua mole, riporta traccia di questo: sistemando gli appunti ho ripercorso il Camino; era come se dovessi dare conto di ogni passo, ogni sentiero, ogni luce nell’aria, ogni persona incontrata, ogni pensiero pensato. Nel marzo ’94 ho chiesto a un amico di leggerlo. Alla fine mi ha detto: “Hai fatto fare il Camino anche a me, sono arrivato a Santiago: sono sfinito!”».
L’augurio è che ogni lettore di questo libro giunga a fare il medesimo Camino qui narrato: col cuore, con l’anima e col sangue.
AUTORE: DAVIDE GANDINI
FORMATO: 14X21
PAGG.: 496
PREZZO: € 16,00
ISBN: 979-12-81620-08-7
L'AUTORE:
Davide Gandini è nato a Pavia nel 1963. Oltre a due album musicali (Da piccolo verso sera – Maluco Beleza, 1993; La strada buona – Ultreya, 2008) ha pubblicato, tra l’altro: Per la speranza degli uomini. Vita di Don Giovanni Calabria (Marietti 1999); La strada buona. Appunti dopo Santiago (coautore don Paolo Asolan, Marietti 2008).
A questo libro hanno lavorato anche:
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Ludovica Inserra (supervisione redazionale)
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Chiara Marino (impaginazione)
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Sofia Sercia (correzione bozza)
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Lino Orlandelli (supervisione tecnica per la produzione)
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Per INKgraphics e INKdigital: Pietro Petronella, Arianna Festinese e Dario Motta (copertine, video e scelte grafiche)
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È stato stampato da ROTOMAIL Spa – Vignate (MI)
INVITO ALLA LETTURA:
«Il giorno prima della partenza. Inutile adesso pensare a come lo immaginavo diverso. Dal treno che mi sta portando a Tortona, dove mi aspetta un gruppetto di alunni per un ripasso in vista dell’esame di maturità, tutto mi appare identico a se stesso, com’era prima, solo una settimana fa. È assurdo!
Poi ci pensi bene e ti dai dell’ingenuo: sai bene che è così, che apparentemente tutto andrà avanti uguale a prima. E allora può essere forse tutto tremendo, sì, ma non assurdo.
C’è un tempo per ogni cosa, lo so: un tempo per incontrarsi e un tempo per lasciarsi.
Ma perché questa impossibilità di felicità non pare essere altro che la norma quotidiana, quaggiù?».